Diario
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Evviva.

Ieri è entrata in vigore la disciplina AgCom in materia di pirateria di contenuti audivosivi protetti da diritto d’autore e di proprietà intellettuale. Sono un libertario di sinistra. E ritengo tale disciplina non liberticida e necessaria. Mi indigna l’uso disinvolto che in troppi fanno dei contenuti audiovisivi scaricati illegalmente dalla rete.

E magari sono miei amici che si professano legalitari, favorevoli alla giustizia sociale e alla solidarietà. Leggono Il Manifesto o Il Fatto quotidiano o La Repubblica. E poi se ne fregano di editori e autori che hanno investito anni e ingenti risorse per realizzare un film o un prodotto audiovisivo. E li scaricano senza pietà. Come se io rubassi la loro macchina e la sfracellassi contro un muro, senza nemmeno chiedere scusa. Come se entrassi in casa loro e approfittassi delle loro cose care, se mi sedessi sul loro divano sporcandolo di cioccolata, se dormissi con la loro donna, donna nel loro letto lasciando indelebili tracce del passaggio amoroso. Come se andassi nel loro bagno, mi facessi la doccia, senza asciugare il vetro o sistemare gli asciugamani.

L’argomento tipico, poi usato dallo scaricatore seriale, mi fa ancora più arrabbiare. Dicono che loro scaricano solo film americani e chi se ne frega delle major. Ecco, ancora peggio: sintomo di un populismo d’accatto. Che mi faceva arrabbiare quando quattro esaltati pazzi distruggevano le vetrine delle banche di Napoli, Praga o Genova nel 2001 e si ritenevano più rivoluzionari di me. Che il mondo volevo e voglio cambiarlo davvero. Conoscendolo. Non spaccando vetrine che qualche poveraccio sfruttato dovrà ripristinare, mentre le banche si fanno pagare i danni dalle assicurazioni. Alla stessa maniera non ci si rende conto che scaricare illegalmente un film americano, alla fine della giostra, danneggia anche produttori, distributori e – dunque – lavoratori italiani.

Insomma, la pirateria di contenuti audiovisivi è una cosa seria.
E seria è, fortunatamente, la disciplina AgCom che colpisce i service provider e non i giovani (o non giovani) scaricatori seriali.

Per questo, anche per questo, trovo utilissima questa sentenza della Corte di giustizia europea. Che apre la strada a molte cose interessanti e utili. Perché tu, mio caro amico scaricatore seriale, ladro finto inconsapevole, ladro al pari di chi ruba negli appartamenti o scippa le borsette alle anziane per strada, tu mio caro benpensante con la tua condotta amorale e doppiamente falsa stai affamando un autore e rovinando un’impresa che faticosamente ha realizzato un prodotto creativo e culturale. E, quel che è peggio, stai arricchendo una Telecom, che non restituisce nulla a chi crea contenuti creativi. E ti vende tariffe flat.

E nemmeno ti chiedi perché fai quel che fai. Magari costruendoci attorno la peggiore delle retoriche possibili: la libertà della rete. Che non è nulla senza contenuti. Sì, perché libertà della rete, significa libertà di scambiare conoscenza, informazioni, flussi di contenuti. Non di rubare impunemente contenuti audiovisivi realizzati con fatica e passione da altri, diversi da te.

E, si dà il caso, mia cara merda, che siamo oltre 300mila persone – solo in Italia – a vivere di questo. E tu, se non lo hai capito, in nome della tua libertà del piffero, stai mandando a morte una città di medie dimensioni, con tutto quello che l’abita.

P.s.
Le obiezioni sulla legittimità dell’Agenzia per le Comunicazioni sono pelose assai. Rimaniamo al punto: la pirateria è giusta o socialmente ed economicamente inaccettabile. Se vale la seconda chiunque se ne occupi, purché in modo non repressivo, è benvenuta. Se invece vale il primo argomento allora smettetela di menare il can per l’aia, che siete ridicoli e non vi crede nessuno. Tranne forse qualche politico in cerca di consenso a due lire.

P.s. 2
L’Anica ha varato ieri la piattaforma legale di offerta audiovisiva, si chiama ONDE e gira su www.mymovies.it. Si aggiunge a Chili e ad altri player VOD del settore. Non ci sono più scuse. Volete vedere un vecchio film? Iscrivetevi alla Mediateca regionale pugliese e tramite Mlol potrete avervi accesso gratuito. Volete vedere un film di library o current? Andate su ONDE e avrete tutto quel che cercate a soli 1,99 euro. E pagherete il prezzo giusto per un’opera dell’ingegno e della organizzazione italiana o internazionale.

Fonte:

“La Corte di Giustizia UE è intervenuta su un recente caso che nasce dalla denuncia della casa di produzione austriaca Constantin Film Verleih.
Questa società aveva chiesto, e ottenuto, dalla magistratura austriaca di imporre all’Internet Service Provider UPC Telekabel l’accesso agli abbonati al sito pirata kino.to. Su kino.to erano infatti disponibili illegalmente per il download diversi titoli filmici di proprietà della Constantin. Un successivo ricorso del provider contro il provvedimento di blocco ha rimandato la decisione (su esplicita richiesta della Corte supreme austriaca, l’Oberster Gerichtshof) alla corte UE. Quest’ultima basandosi sulla direttiva dell’Unione Europea sul diritto d’autore conferma che un fornitore di accesso ad Internet che (come, appunto, Telekabel) permette ai suoi abbonati l’accesso via Web a contenuti protetti da copyright messi a disposizione degli utenti da un terzo si pone come un intermediario i cui servizi sono utilizzati di fatto per violare il diritto. La direttiva a cui fa riferimento la Corte dispone anche che non è necessario dimostrare che gli abbonati del provider consumino effettivamente i contenuti; si prevede infatti che gli Stati membri debbano adottare le misure necessarie non solo per bloccare le violazioni ma anche per prevenirle. Nel caso in cui diritti fondamentali, non solo come il copyright ma anche quello di libera impresa (in questo caso degli ISP) e la libertà di informazione degli utenti vengano in conflitto fra loro, gli Stati membri sono tenuti a fondarsi su un’interpretazione del diritto dell’Unione e del proprio diritto nazionale per garantire un giusto equilibrio.”

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